Archivio | gennaio, 2008

Di noi tre (Andrea De Carlo)

31 Gen

E pensavo a che imbroglio è l’idea che una persona cresca nel corso della vita, quando il massimo che può succedere è accumulare informazioni inutili e curiosità esaurite e slanci delusi e riflessioni tardive e constatazioni e prese d’atto e patteggiamenti e smaliziature, come detriti sopra un carretto di legno a ruote finte-robuste che si schianta appena trova una buca seria o un vero sasso aguzzo lungo la strada".

Livio, Marco e Misia, tre nomi brevi ma che contengono un’infinità di esperienze. Tre vite che si intrecciano e sembrano sfilacciarsi in ogni momento utile, tre strade a tratti parallele e a tratti divergenti, che pure ritrovano continuamente un punto di incontro. Un groviglio di sentimenti porterà i tre a respingersi e attrarsi come elastici, e a divincolarsi tra le regole certe di un mondo che scorre lineare ai loro lati e sembra volerli inghiottire. Finiranno per liberarsi più volte dalle catene del logico e del razionale che sembravano ormai avergli cinto gesti e anime.
Ci mostrano che i cambiamenti non sono sempre il traguardo di una corsa verso il nuovo, ma possono risolversi in una fuga, senza meta, da una certa stabilità che non ci identifica più.

Jaku

Meditate che questo è stato…

27 Gen

Lascio la parola a chi ha visto.

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi

Consiglio vivamente la lettura dell’omonimo libro, dello stesso autore, affinchè sia impressa con marchio indelebile nelle vostre menti l’immagine perfetta dell’orrore, e siano i vostri cuori a gridare "NO".

Chiederemo scusa per sempre. Ma non saremo mai perdonati.

We are falling down…

25 Gen

E così anche il governo Prodi è caduto.
Sorvoliamo su chi ne è stato artefice, sulle immagini animalesche di persone che dovrebbero rappresentare l’elite del parlamento, sulle bottiglie di champagne stappate nella stessa aula, a festeggiare le difficoltà del paese.
Vorrei però solo far presente che TUTTI, senza alcuna esclusione di partiti o persone, si sono mossi nei mesi passati per cambiare una legge elettorale che non so come faccia ad essere definita costituzionale, visto che ha creato i problemi che sono sotto gli occhi di tutti, con conseguente INGOVERNABILITA’ di un paese che è già ingovernabile di suo.
Ora, quelle stesse parti che hanno raccolto firme per abolire questa legge, vogliono invece saltare questo passaggio e andare al voto subito.
Nessuno è riuscito a spiegare questo atteggiamento!
Perchè prima non cambiano la legge e poi votano?
Perchè la destra era frammentata e ora si coalizza forzatamente pur di apparire unita, e proclamare Berlusconi come Leader, quando fino a non molti giorni fa ognuno si proponeva per quel ruolo?
E, soprattutto, ma che idea ha questa gente degli italiani? Ci ritengono così stupidi da non accorgerci di cosi evidenti cambiamenti di rotta? Così stupidi da non capire che la paura del nascente Partito Democratico, fa si che ancora una volta si tenti di gettare tutto nel caos più totale sperando di spuntarla…?

A me questi 20 mesi di Governo hanno soddisfatto. Certo sono aumentate le tasse (anche se proprio ora sarebbero arrivati dei tagli), ma è stato fatto tutto per far ripartire un paese, finalmente l’Europa ci collocava in via di sviluppo e non di regresso.
Ma soprattutto, mi è piaciuto l’atteggiamento tenuto nel fare programmi a lunga scadenza, il coraggio di avere degli obiettivi di lungo termine a costo di scontentare gli elettori con dei provvedimenti che appaiono negativi ora.
Molto distante dagli aumenti (??20-30 euro) nella busta paga che erano stati promessi da Berlusconi, poi effettivamente dati, ma che hanno avuto solo l’obiettivo di accaparrarsi voti e svuotare le casse.
Molto distante dalle leggi personalizzate del precedente Governo.
Finalmente ho visto un Governo che lavora per il Paese, e non per se stesso.
Ed erano anni che non accadeva.

Poi ovviamente, in un paese come il nostro, che si nutre di Tv, è normale che si guardi solo a quello che ti viene raccontato, e non a quello che succede; non mi stupisco quindi di leggere che è stato un Governo fallimentare, non mi stupisce sentire proclamare che gli italiani aspettavano questo momento (grande falsità), e che la gente vuole tornare a votare. E’ propaganda che lascia il tempo che trova. Ha lo stesso valore di una notizia sui cani impazziti che cominciano a mordere: per un mese accade dovunque, poi per un anno non se ne parla più.

Ora Voglio solo restare a guardare.
Per vedere se gli Italiani ci hanno capito qualcosa, se hanno capito che sono stati presi più provvedimenti utili in 20 mesi  che in 5 anni di Governo precedente. Se, come me, finalmente si aveva il coraggio di guardare avanti, e non vedere il solito buio..E il tutto con una controparte ostruzionistica oltre ogni misura, senza motivi validi, solo per il piacere di mettere in difficoltà (gran servizio reso al paese eh).
E noi vogliamo dare il paese di nuovo in mano a questa gente? Vogliamo di nuovo ottime leggi ad personam e scarsissime leggi ad populum?
Resterò qui affacciato, sperando che una ventata fresca di coscienza porti su questo paese il bel tempo che tutti speriamo.

E va bene così…senza parole.

21 Gen
Un anno di B… – 2 scudetti con Moratti-card.

Campioni rubati… pochi milioni di euro con Moratti-card.

Guardare i tuoi avversari diventare ciò che hanno sempre odiato,

NON HA PREZZO!!

Nel Momento (Andrea De Carlo)

19 Gen

Inauguro quest’oggi una nuova rubrica.
"Lo spigolo del Libro". Perchè non sentivo il bisogno di un "angolo" intero, limitandomi a ripercorrere il senso del testo, racconto, romanzo, o qualsiasi cosa esso sia, solo attraverso una piccola citazione di pagine dense di senso e pochissime parole sulle sensazioni che mi ha suscitato leggerlo.

Il primo libro che merita menzione, che ho finito di leggere la settimana scorsa, è "Nel momento", di quel grandissimo scrittore di storie non-banali, non-inutili e intense che è Andrea De Carlo.

"Uno è innamorato, e tutto il mondo sembra dargli l’idea che continuerà a esserlo indefinitamente. Poi di colpo non lo è più, e sembra che dipenda solo da una sua colpa o da un suo errore. Uno vive e poi si accorge che la vita gli si è già consumata per un quarto o un terzo o metà, e tutti sorridono e gli dicono che è solo un pensiero inutile e pericoloso"
"Non abbiamo minimamente idea di come il tempo sia un bene che si consuma (…), di come ci siano cose che ti scivolano tra le mani e non si fanno più riprendere, se non riescia trattenerle subito
"

Un libro sulle probabilità, su come ci passano davanti, si fermano e aspettano di essere colte. Una storia sulle possibilità di cambiamento che ci offrono gli eventi, le persone, le storie che ci sfiorano nel corso della vita.
Tra pagine di carta, l’incalzare delle parole porta il lettore a comprendere il vero senso delle scelte che non si prendono, di quelle che si rimandano, e di quelle che non si sentono come proprie, fino a concludere che si, è forse tutto merito del destino, ma dell’unico destino a cui abbiamo dato possibilità di sfiorarci.

Jaku

Stand by chi?

17 Gen

Sarò breve.

Voglio che qualcuno entri correndo nella mia vita, mi trascini via con il solo sguardo, senza darmi occasione di chiedermi se ho realmente voglia di andare, di rimanere o solamente di pensare a cosa fare.

Porte spalancate sul verde prato del possibile…

Ps: le visite crescono, i commenti no…svegliatevi!

Possibellissimo

11 Gen

Stamattina la città era diversa, quell’alone di trasparenza che le prime luci naturali le offrono mi mette molto a mio agio.

C’è di più.

Una giornata nuvolosa non riesce ad incupirla, ha una sua lucentezza interiore, che poi si va perdendo man mano che le persone si avvicinano ai luoghi di lavoro, ai mezzi pubblici, alle scuole.

Fino ad allora non ha nulla da invidiare ad un paesaggio di campagna. Il silenzio. L’aura di meditazione che lo circonda. La probabilità che qualcosa debba accadere, perché è presto è c’è un nuovo giorno davanti. E ci sono persone che stanno per lasciare il loro letto, la loro abitazione, pronte a confrontarsi con il mondo esterno.

Ma tu, tu sei veramente pronto? Sei sicuro di apprezzare realmente il senso di tutto questo?

Oppure stai solo meccanicamente uscendo?

Il tuo sorriso, ancora più evidente sullo sfondo riposato e finalmente disteso del viso, fa tornare in superficie l’animo positivo della persona di nuovo possibilista. Non più fatalista. Di nuovo aperta all’occasione.

Non si può infatti vivere secondo la nota e abusata regola del “cogliere l’attimo”, ma bisogna lasciare che sia l’attimo a cogliere noi, e non viceversa. O quantomeno bisognerebbe porsi in maniera tale che ciò possa accadere in qualunque momento.

Quest’oggi ho pensato che ogni piccolo difetto è comunque qualcosa di mio. Quella diversità, anche fisica,  l’asimmetria che crea, può in qualche modo davvero identificarmi, può piacere. E quindi piacermi.

Quest’oggi le possibilità sono ancora infinite. ^^

La lunga via del ritorno

9 Gen

Stasera c’era, tra la metropolitana e il portone di casa, il solito tratto di strada. Non ho mai saputo o calcolato quanto fosse distante, so solamente che a volte riesco a percorrerlo in 15 minuti, altre volte in trenta.

Stasera invece è durato un secolo.

Le poche luci e le poche ombre del quartiere buio che devo attraversare hanno accompagnato una sfilata di pensieri, che vorrei aver avuto carta e penna e fermarmi a scriverli.

Ho pensato di chiedermi se realmente sono felice, ma anziché darmi una risposta, o quantomeno cercare di trovarla, ho cominciato a zavorrarmi di quesiti e pensieri che in breve tempo mi hanno inabissato in un mare di sconforto.

Ho pensato che realmente ci si può abituare a tutto. A orari massacranti, ad avere accanto qualcuno che ormai non rappresenta quello che era un tempo, ai propri difetti.

Ma che non si riesce mai ad abituarsi alla solitudine.

Ma io e te, che tanto abbiamo costruito, abbiamo mai pensato che forse un’altra strada insieme era possibile? Ne sono sicuro. L’abbiamo pensato in momenti diversi, e forse solo una volta nello stesso identico istante. Ma sono stato troppo codardo per dirtelo.

Ho pensato alle ultime volte in cui sono stato veramente bene. Ho visto un fine settimana insieme a una persona troppo lontana, e troppo vicina per essere così lontana; ho visto 6 giorni in un paese straniero, un feeling nato senza cercarlo, qualcosa di speciale che si è realizzato ed è lì cristallizzato, senza possibilità di sviluppo. Ho pensato che, ironia della sorte, ci lasciamo con un click.

Poi ho visto solo speranze.

Ho sentito della musica. Che sta lì a ricordarti perché la stai ascoltando, che persona c’è dietro quelle parole, che speranze suscita quella melodia, che luogo vedi davanti a te.

Vorrei uscire con te, sconosciuta dagli occhi blu profondo. Prendermi quel caffè. Parlare. 

Le situazioni cambiano..
Le persone cambiano.

È poi così grave mentire a sé stessi? C’è chi vive nella convinzione che sia la storia giusta, la persona giusta, il momento giusto. C’è chi vive delle conferme materiali che riesce a dare alle sue ambizioni, e non pensa alle alternative.

Pensare alle alternative significa prenderle in considerazione.

A quanti baci è possibile pensare contemporaneamente?

Oggi ho desiderato dartelo un bacio, ragazza dagli occhi nocciola, per la sola dolcezza che trasmetteva la tua vicinanza. 

Chissà se ho mai sentito la mia mano così pesante premere sulla coscienza, con tanta costanza e dedizione vangare nelle incertezze, alla ricerca di ciò che è giusto per me.

Non ho mai saputo spiegare perché ho rinunciato a te. E a te. Di te invece mi chiedo perché hai rinunciato a me. E purtroppo mi rispondo benissimo. 

Mi piace stare alla sinistra perché dall’altro lato non sento affatto bene cosa hai da dirmi.

Il libro che sto leggendo è veramente bellissimo.

Non sarò mai in grado di fare questo lavoro, ma mi applico proprio perché mi darebbe soddisfazione superarmi per l’ennesima volta. 

Perdonami, se ti ho lasciata, sola. Mi amavi troppo per non tentare almeno. Ti penso sempre.

Chissà perché stasera il portone era così lontano. Chissà perché…