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V per Venduti

12 Dic

Se Dante fosse ancora vivo, la Divina Commedia sarebbe strutturata in modo completamente diverso.
L'inferno probabilmente avrebbe un nuovo "cerchio", comprendente alcune caratteristiche dei cerchi precedenti: ignavia (neutralità per viltà), lussuria, avarizia, ira e accidia, violenza contro il prossimo, sé stessi natura e arte. E vi sarebbero poi bestemmiatori, sodomiti, ruffiani e seduttori, adulatori e lusingatori, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di discordia e falsari.

Tale girone si comporrebbe di due diverse parti, l'una composta da 630 membri e l'altra di 315 circa.
Probabilmente l'opera sarebbe poco Divina, e molto Commedia.

Questo è lo spettacolo che ci offre la politica di questi tempi, poiché se si vuole una spaccato della parte marcia dell'Italia non serve una passeggiata a Regina Coeli, Rebibbia o San Vittore, ma basta  buttare un occhio dentro quegli uffici che sarebbero, in teoria, preposti alla formazione delle leggi.

Su tutti, come è logico che sia, il Presidente del Consiglio, che spende mesi a tacciare di tradimento coloro che hanno lasciato il suo partito e poi raccatta in giro per il Parlamento, pagandoli peraltro a suon di quattrini o promesse di vario tipo (leggasi reato di corruzione), "traditori" di altre bandiere. 
Utilizzando ancora il linguaggio dantesco, si potrebbe parlare di una sorta di legge del contrappasso: chi di tradimento ferisce di tradimenti perisce.

D'altronde il PDL sventola da altrettanti mesi il vessillo del mandato elettorale, secondo il quale chi è eletto per portare avanti un programma deve portarlo a termine cascasse il mondo.
La domanda è: ma quei soggetti che voteranno la fiducia e prima facevano parte dell'opposizione, non avevano sottoscritto un programma completamente opposto? Quindi il loro voto dovrebbe essere invalidato, secondo la personale Carta Costituzionale del Presidente del Consiglio.

Ciò che stupisce è che non ci siano eccezioni tra le varie formazioni politiche.
Non c'è alcun partito che sia estraneo al travaso verso il PDL, nemmeno quell'Italia dei Valori i cui militanti dovrebbero essere antiberlusconiani per vocazione.

E' evidente ci sia qualcosa che non va, e qual qualcosa è la legge elettorale.
Finché non potremo esprimere NOI una preferenza e il nostro diritto di voto si limiterà alla scelta di un simbolo, senza conoscere i soggetti di uno schieramento, su quelle poltrone siederanno sempre gli stessi, o figli e i nipoti degli stessi: persone senza alcuna integrità morale, senza alcuna dignità politica, rappresentanti del loro benessere e non dei cittadini.

Art. 67 Costituzione
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.
MADDECHE'.

 

Ciao Pietro e Arrivederci Italia

30 Giu

Non ho mai avuto un buon rapporto con la morte: forse perché raramente l'ho vista da vicino e già quelle poche volte si è resa antipatica, uno strazio che ho deciso di poter risparmiare al corpo e all'anima.
Non so per quale motivo la notizia dell'incidente di Pietro Taricone, ex concorrente del Grande Fratello (nella prima ed unica edizione che io abbia mai seguito), e la sua conseguente scomparsa mi abbiano lasciato interdetto.
Oserei dire, come in effetti dico, triste.
Ho riflettuto su questo, ho provato a contestualizzare, a chiedermi da cosa potesse derivare quella sensazione di perdita, per qualcuno che non conosco, un personaggio televisivo poco presente nei palinsesti ed in fondo figlio di un genere tv, quello dei reality, che oggi più di ieri definisco spazzatura.
Mi sembrava uno con la testa a posto, Pietro, una persona capace che ha sfruttato l'evento televisivo per scavarsi un sentiero che poi sarebbe divenuto una strada importante. 
Alla faccia di molti (per lo più detrattori gratuiti), lui ce la stava facendo.
Allora penso che forse quella che ho visto mancare è questa immagine del ragazzone intelligente, che si mette in testa i grandi traguardi, sul quale nessuno punterebbe un centesimo, dagli occhi vispi, col sorriso sempre sul viso e una fisiologica voglia di vivere. Anche un po' guascone, come giustamente è stato definito da Saviano, ma proprio per questo simbolo dell'italianità che ha successo.
 
Allora ho compreso che la notizia mi sbatteva in faccia altri contenuti, che sono quelli dell'italianità stessa che va in frantumi.
D'altra parte basta leggere e/o ascoltare cosa succede tutto intorno per rendersene conto… c'è un Senatore della Repubblica italiana che è stato condannato per associazione mafiosa e viene quasi celebrato dai media (non so quale delle due cose superi l'altra in vomitevolezza), un Presidente del Consiglio che se ne va in Brasile circondato da sgallettate e racconta di cameriere da ciulare, e domani un'intera nazione che si mobilita e combatte per riappropriarsi di un diritto, quello della libertà di pensiero, che pure è scritto nella Carta Costituzionale, mica su un foglio doppio velo di carta igienica di dubbia qualità.
 
Vedo un paese che conserva, innata, la sua voglia di volare alto, altissimo, memore delle ali che un tempo ha avuto.
Ma che è costretto a costanti manovre di emergenza per non impattare drasticamente il duro terreno, la durissima realtà.

Analisi sociale di un voto non politico

30 Mar

Gliel'hanno perdonata, alla fine.
 
Per chi, come me, si chiede come sia possibile che Piemonte e Lazio siano passate al (poco)centro (molta) destra e non sa che rispondere, inizialmente mosso da sconforto.
Per chi non si spiega tutto ciò che sta avvenendo in questo Paese, e lo guarda, attonito, perdere la sua forma di stivale e approssimarsi a quella di banana.
 
Prima di analizzare le questioni Lazio e Piemonte, è bene fare una premessa comune:dal punto di vista politico queste elezioni regionali sono prive di qualsiasi significato, per una serie di motivi.
Innanzitutto perché le persone comuni, causa bagarre su questioni procedurali (liste dentro-fuori, giustizia), non hanno avuto accesso ai contenuti dei programmi elettorali. Ho chiesto a molte persone di mia conoscenza, votanti di centro destra, di elencarmi i punti salienti del programma della Polverini ed ho ottenuto un imbarazzato silenzio, oppure messaggi di propaganda berlusconiana di vecchio stampo. D'altronde la TV non ha minimamente affrontato questi temi, non vi è stato nessun confronto, nessun faccia a faccia; anzi, la preventiva (e prevenuta) chiusura delle trasmissioni di confronto elettorale ha causato un forte danno.
 
Danno a chi? Da qui parte la nostra analisi.
Come è noto, la stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto è composta da una massa disomogenea, che forma la sua coscienza politica durante la campagna elettorale. Sono coloro che decidono la sorte dei Governi e dei Paesi.
 Nel caso di specie, nonostante e grazie alla chiusura delle trasmissioni di cui ho accennato, il Sig. Berlusconi ha condotto una propaganda elettorale a reti unificate che ha sicuramente portato alla destra voti importanti. Ha usato i Telegiornali ed ogni spazio messo a disposizione dalle reti Mediaset e dall'appendice Rai, contro ogni regolamento, e la prova è facilmente ravvisabile nella sanzione comminata a TG1 e TG5 dalla Agcom. Sanzione a mio modo di vedere errata nel contenuto, poiché 100.000 Euro è un prezzo che chiunque pagherebbe pur di poter sbandierare i propri colori di fronte a milioni di italiani, senza nessun tipo di contraddittorio o controllo. Sarebbe stato molto più coerente compensare il disequilibrio in favore del PDL con un maggiore spazio alla coalizione di centro sinistra, in questi ultimi giorni di campagna elettorale.
            Un altro elemento di rilievo è la forte astensione. Questo è in verità un elemento trasversale che ha colpito tutti (o quasi) i partiti, ed è il reale vincitore di questa tornata elettorale.
Se pensiamo al Lazio, ad esempio, solo il 60% degli aventi diritto si è recato alle urne. Questo significa che la Polverini e la Bonino hanno attirato circa il 30% dei consensi sul totale, contro un maggiore 40% di elettori che ha voluto non solo non esprimere una preferenza (cosa peraltro possibile in sede di votazione, tramite scheda bianca), ma addirittura astenersi completamente dal farlo. Questo 40% ha compiuto una valutazione di merito: non si sono sentiti rappresentati dalle candidate, eppure oggi una di loro li rappresenta comunque.
 
Tornando ora alle debacle di Lazio e Piemonte, i fattori che hanno inciso sulle due regioni sono profondamente diversi.
In Piemonte la differenza tra Cota e Bresso è stata dello 0,4% in favore del primo. Si può dire che in questa regione, come in tutto il nord Italia, l’ago della bilancia sia stata la Lega, ma anche e soprattutto il sorprendente Movimento 5stelle di Beppe Grillo, che con il suo candidato Bono ha insaccato un eccellente 4,1%. Senza farne una colpa, la quasi totalità dei voti di quest’ultimo sarebbe andata alla Bresso, che si è vista quindi tagliare di netto molti punti percentuali.
Mi chiedo quanti fossero stati informati della possibilità del voto disgiunto, con il quale avrebbero potuto dare la preferenza al partito di Grillo ma il voto di Presidente alla Bresso, visto e considerato che sarebbe stato impossibile vedere eletto il proprio candidato. Mi rispondo quasi nessuno.
Tuttavia, onore e merito ai grillini per quanto fatto, con addirittura uno strabiliante 7% in Emilia Romagna: anche qui voti incassati da elettori di centro sinistra, ma che non hanno danneggiato l’elezione a Presidente di Errani.
In Piemonte, dunque, c’è stata la vittoria dei partiti territoriali, dei movimenti popolari, incarnati da Lega e Movimento 5Stelle, a discapito dei grandi partiti sempre più lontani dalla gente comune.

 Nel Lazio l’elezione della Polverini è faccenda assai più complessa. In parte la candidatura della Bonino è stata un atto di coraggio, che ha spostato l’elettorato moderato di centro sinistra a non votare affatto, e tale circostanza non è stata compensata dal voto dei radicali.
Troppo coraggio non ha potuto pagare alla lunga, soprattutto se gli elettori hanno  candidamente perdonato l’incredibile caos liste creato dal PDL, la vergognosa manifestazione-farsa di Piazza del Popolo, gli insulti gratuiti a magistratura et similia.
Hanno perdonato o sono stati male informati? Analizzando il voto e sezionando il Lazio si scopre che la Bonino ha stravinto in città e molto più che straperso in provincia, laddove probabilmente i lavaggi di cervello televisivi attuati dal PDL hanno fatto più danni.
Il messaggio che è arrivato ai cittadini è stato sicuramente distorto, come è normale che sia quando i mezzi di informazione diventano “mezzi di formazione” ad uso esclusivo di un solo partito.
 
Gli sconfitti di questa tornata elettorale sono i politici (e la politica), il bipartitismo (con il netto passo indietro di PDL e, meno accentuato, del PD), e gli italiani.
Sicuramente c’è da riflettere molto e velocemente, per permettere di avere alternative alle elezioni politiche tra 3 anni, e non solo brutte copie di un’unica, squallida realtà.
Ma altrettanto onestamente bisogna guardare di che pasta sono fatti i nostri connazionali: il signore che salta la fila allo sportello negli uffici postali, il furbetto che sorpassa sulla corsia di emergenza sperando che nessuno lo abbia notato e, nonstante verbale e fotografia recapitati a casa, nega di aver commesso l’infrazione, i milioni di persone uniformati alla spazzatura televisiva che si commuovono per un’esclusione da un reality e poi vanno in piazza a calpestare le immagini di Borsellino.
Il PDL, in persona del suo presidente pro-tempore, incarna perfettamente l’Italia dei furbetti e dei mascalzoni, dell’egoista propenso alla distruzione del diverso, di ciò che è altro e quindi è sbagliato.
 
La sensazione, netta, sconvolgente, è di una enorme quantità di coscienze perse, incapaci di esprimere valutazioni personali, di decidere, e per questo deresponsabilizzati.
E’ il quadro, mal dipinto, di un’Italia che va a fondo, con pochi consapevoli a lottare per rimanere in superficie e molti, troppi, illusi che credono alle favole.
“Non siete su una zattera, ma al sicuro dentro un sommergibile!” urlerà il Capitano, indossando l’unico giubotto di salvataggio.
 

Fin quando a qualcuno verrà in mente di fare domande,
prima che l’acqua si sia presa le risposte e la speranza…
Fino ad allora, forse per sempre … RESISTENZA.

Credeteci pure, se vi fa comodo.

5 Giu
Io me ne starei volentieri in silenzio.
E’ l’occasione giusta per non dire nulla, stendere il cosiddetto "velo pietoso" e andarsene al mare in questo primo week end di giugno.
Ma visto e considerato che ci pensano già i piani alti a starsene zitti,beh, la voce la alzo io, che ho ben poca voglia di starmene sul bagnasciuga e lasciare che le poche gocce di democrazia rimaste evaporino.

Odio le persone che abitano questo paese.
E’ un odio misurato e razionale, che riservo a chi non si indigna di fronte all’indecenza messa in mostra in questo ultimo mese; non è quindi un sentimento che nasce dall’istinto di veder finire la carriera politica di questo o quel pezzente che siede sulle lussuose (ma sudicissime) poltrone parlamentari. Nossignori.

Non me ne frega niente delle bambine nude nella Villa in Sardegna, di quello che c’è tra una 18 enne che "vuole fare la modellllllla" e un Nano da Giardino, di quante corna il Nano da giardino abbia o metta.
Non credo siano questioni che rilevano, nè ho tempo di starle a sentire, essendo purtroppo avvolto e coinvolto da altri problemi che per comodità chiamerò Vita.
Leggermente rilevano, le suddette questioni, quando mi dicono che il Nano da Giardino non sarebbe solo un inerme e ozioso accessorio posto su un prato verde, ma, addirittura, si prenderebbe la briga di andarmi a rappresentare in giro per il mondo.
Ecco.
Lì mi girano letteralmente i coglioni.

Scusate se non mi sta bene che un Primo Ministro SETTANTADUENNE frequenti-senta-aduli-inviti una ragazzina appena DICIOTTENNE.
Non ci fa sesso, dice lui. CI MANCHEREBBE, aggiungo io.
Considerando che nei paesi civilizzati (non il Burkina-faso che pure ci sovrasta quanto a livello di democrazia pro-capite) per una nota spese taroccata i ministri saltano ( e cito Libero, che di Libero ha giusto il nome), mi aspetterei come minimo che qui venga giù il Parlamento con tutte le fondamenta.
Invece niente. Anzi, la stampa rossa italiana, dovrebbe vergognarsi! E a ruota anche tutta la stampa estera, che ha architettato questo complotto di livello internazionale! E’ noto, infatti, che introfularsi nelle questioni personali di un Nano ha un rilievo ben maggiore che uno storico discorso di un pur sempre "abbronzato" Barack Obama in Egitto.
Anzi, dietro tutto ciò ci sarebbe addirittura un mandante, e i giornali avrebbero pagato presunti falsi testimoni (vedi ex fidanzato Noemi), anche perchè lui, il Nano, farebbe così (vedi caso Mills).
Strano che i terroristi islamici prendano di mira gli Usa e non Arcore, mi vien da pensare.

Quindi non solo il Nano da Giardino può fare quello che vuole dentro le mura della sua villa, ma visto che questa è in Sardegna e un traghetto potrebbe sempre essere respinto da Maroni, se non affondato direttamente, può anche adibire velivoli di Stato al trasporto di tutto il silicone necessario al festino.
Che poi la questione venga archiviata, perchè c’è il precedente di Rutelli e Mastella che volano a vedere un Gran Premio di Formula 1, è cosa risaputa. Anche se, permettetemi, preferisco un ministro appassionato di Schumacher, che uno arrapato da tetteculiecompagnia.
In ogni caso c’è il lodo Alfano, immunità-impunità al Nano, quindi che discutiamo a fare?
E poi, dove altro dovrebbe andare il Nano? "Roma è sporca e sembra l’Africa", non può accettare che Milano "per il numero di stranieri che ci sono", sembri "una città Africana e non Europea".

Avete fatto caso a quanto le foto di donne gnude in villa, riportino alla mente gli indimenticabili giorni di una manciata di fancazzisti nella casa del Grande Fratello?
E avete notato l’atteggiamento da Tronista del Nano nella questione sorta con la sua ex moglie?
Si che l’avete notato, ma abituati alla visione di certi programmi vi guardate bene dal cambiare canale, curiosi di vedere se ce la farà l’aitante Noemi Letizia ad ottenere un’altra esterna.
Bravi Bravi Bravi!

Io domani voto PD, certo, perchè la mia asticella della decenza ha un livello massimo.
Ed è stato superato.
Domani voto PD, ed è ovvio che io preferisca un partito con una "presunta" carenza di programmi (le cui proposte sensate tutti i giorni vengono bocciate dalla maggioranza), che uno con una CERTA assenza di valori.

Voterò PD soprattutto perchè l’alternativa sarebbe credere non solo che esistano i Nani da Giardino, ma addirittura che si siano messi a governare un paese.
IL MIO.

Quelli che… IO non ho votato…

16 Apr

…E me ne vanto!
Domanda: voi, potreste dire lo stesso?

(nota: estratto dal file PDF di cui il link al POST precedente)
PDL:

Berlusconi Silvio: 2 amnistie (falsa testimonianza P2 e falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione dubitativa (corruzione Gdf, falso bilancio Medusa); 1 assoluzione piena (corruzione giudici
Sme-Ariosto); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato da parte dello stesso imputato (falsi in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6
prescrizioni (finanziamento illecito a Craxi con All Iberian; falso in bilancio Macherio; falso in bilancio e appropriazione indebita Fininvest; falso in bilancio Fininvest occulta; falso in bilancio Lentini; corruzione giudiziaria Mondadori); 3 processi in corso: Telecinco (falso bilancio, frode fiscale, violazione antitrust
spagnola), caso Mills (corruzione giudiziaria), diritti Mediaset (appropriazione indebita, falso bilancio, frode fiscale), Saccà (corruzione); 1 indagine in corso (istigazione alla corruzione di alcuni senatori).

Ciarrapico Giuseppe: 5 condanne definitive, una in primo grado e una serie impressionante di arresti e procedimenti penali. Nel 1973 la Corte d’Appello di Roma conferma la sentenza del Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e continuata ai danni di Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui
libri paga gli stipendi dei dipendenti. La Cassazione conferma la truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il pretore di Cassino gli infligge una multa di 623.500 lire per aver violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro  dei fanciulli e degli adolescenti”:sentenza confermata in Cassazione. Nel marzo ’93 viene arrestato a Roma per lo scandalo Safim Leasing-Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor
scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi immobili a Italsanità): nel 1995 viene condannato con rito abbreviato a 1 anno per falso in bilancio e truffa, pena poi
confermata in appello e in Cassazione. Aprile ’93: Di Pietro lo fa di nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni di lire versata al segretario del Psdi Antonio Cariglia su richiesta di Andreotti. “Era
vero, li diedi per arruolare Domenico Modugno alle feste dei socialdemocratici”, dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a un consigliere comunale del “mentitore diffamatore mestatore”.
Nel 1997 la Procura di Roma lo fa rinviare a giudizio per peculato, abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente Fiuggi, Ciarrapico omise di versare 20 miliardi al Comune e si appropriò di somme di denaro per spese pubblicitarie, interess passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi inferiori rispetto a un’altra (danneggiando il Comune, che percepiva un tot a bottiglia). Nel 1995 viene condannato con rito abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi processi finiscono in nulla. Nel 1998, però, arriva la mazzata: condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua “Fideico”, nel 1982, aveva ottenuto dalla Banca di Roberto Calvi e della P2 un improvviso aumento della linea di credito da 4 a 39 miliardi,
restituendo solo le briciole. Nel 1999, il kappaò: la quinta condanna definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che controllava la “Casina Valadier”, il palazzetto liberty romano trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni e mezzo, non finisce in carcere: grazie all’età e agli acciacchi, ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano, con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per emissione di assegni a vuoto, il nostro eroe è assolto in Cassazione
perchè il reato è stato appena depenalizzato. Nel 2000 cade in prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in primo grado a Perugia per abuso d’ufficio insieme al giudice fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione controllata alla sua capogruppo “Italfin 80” in crisi nera, evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione. Intanto lui s’è dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro
alla Giustizia. Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni: insieme ad alcuni dirigenti della “Quisisana”, avrebbe imposto a una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate per 3-400 mila lire l’una. E nel 2005 è rinviato a giudizio per ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al ministero delle Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo investe per la sua ultima vocazione: editore di giornali locali, undici “cocoperative” tra la Ciociaria e il Molise, finanziati dallo Stato. Del novembre 2007, il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia incassato il doppio dei contributi dovuti, attestando falsamente che le società “Editoriale Ciociaria Oggi” e “Nuova Editoriale Oggi”
hanno una gestione separata. In attesa di sapere come stanno le cose, il Gip gli ha sequestrato i 2,5 milioni che stavano arrivando dalla Presidenza del Consiglio. Intanto il fisco italiano attende che il Ciarra versi 1,495 milioni di euro di tasse mai pagate. E non è questo l’unico suo debito: tallonato dai piccoli azionisti dell’Ambrosiano, risulta residente per l’Anagrafe in una camera e servizi annessa a un capannone industriale dove ha sede la tipografia di “Ciociaria Oggi”, a Villa Santa Lucia, vicino a Montecassino. Dove sovente bussa l’ufficiale giudiziario. Invano.

Dell’Utri Marcello: Condannato definitivamente a Torino a 2 anni e 3 mesi per false fatture e frodi fiscali nella gestione di Publitalia (reato per cui fu arrestato per 18 giorni nel maggio 1995 e poi patteggiò la pena in Cassazione); condannato in primo grado e in appello a Milano a 2 anni per tentata estorsione mafiosa
insieme al boss trapanese Vicenzo Virga ai danni dell’imprenditore Vincenzo Garraffa; condannato in primo grado a Palermo a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa; salvato dall’immunità parlamentare dalla richiesta di arresto avanzata nel 1999 dai giudici di Palermo in un processo per calunnia aggravata contro alcuni pentiti (processo chiuso in primo grado con l’assoluzione e ora in fase di appello).

LEGA NORD

Lega Nord:

Borghezio Mario: Condannato in via definitiva a 2 mesi e 20 giorni di reclusione (commutati in 3.040 euro di multa) dalla Cassazione il 5 settembre 2005 per incendio aggravato da «finalità di discriminazione » ai danni di alcuni immigrati rumeni che dormivano sotto un ponte della Dora, a Torino. Imputato a Verona

nel processo alle «camicie verdi»: cadute, in quanto depenalizzate, le accuse di attentato alla Costituzione e all’unità dello Stato, rimane in piedi quella di creazione di struttura paramilitare fuorilegge. Infine il processo per resistenza a pubblico ufficiale durante le perquisizioni nella sede leghista di via Bellerio a Milano: nel 2001 la Corte d’appello di Milano lo condanna a 4 mesi e 20 giorni di reclusione; ma nel 2004 la Cassazione annulla la sentenza, disponendo per lui e altri dirigenti del Carroccio un nuovo processo
d’appello; e qui, nel 2007, scatta la prescrizione. Il 24 ottobre 2006, il Parlamento europeo gli nega immunità nel processo nato dalla denuncia per diffamazione sporta dal gip di Milano Clementina
Forleo. Borghezio è accusato di avere scritto con vernice spray sul marciapiede antistante il Palazzo di giustizia di Milano «Vergogna Forleo».

Bossi Umberto: Condannato in via definitiva a 8 mesi di reclusione per 200 milioni di finanziamento illecito dalla maxitangente Enimont; condannato in via definitiva per istigazione a delinquere e per oltraggio alla bandiera; indagato e imputato in altri procedimenti penali. Il 16 dicembre 1999 la Cassazione l’ha condannato a 1 anno per istigazione a delinquere, per aver incitato i suoi, in due comizi a Bergamo nel 1995, a «individuare i fascisti casa per casa per cacciarli dal Nord anche con la violenza».
Tremaglia, suo futuro collega ministro, l’aveva denunciato. Altra condanna definitiva nel 2007 a 1 anno e 4 mesi (poi commutati in 3.000 euro di multa, interamente coperti da indulto) per vilipendio alla bandiera italiana, per aver dichiarato nel 1997: «Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il culo».
Niente sospensione condizionale della pena, che però è coperta da indulto (che cancella anche quelle pecunarie fino a 10 mila euro): insomma, Bossi non pagherà nemmeno un euro. Inoltre ha un altro processo in corso per lo stesso reato, per aver detto, sempre nel 1997, durante un comizio: «Il tricolore lo metta al cesso, signora…
Ho ordinato un camion di carta igienica tricolore personalmente, visto che è un magistrato che dice che non posso avere la carta igienica tricolore». Nel 2002 la Camera ha negato ai giudici l’autorizzazione a procedere, ritenendo le espressioni rientranti nella libera attività parlamentare e dunque coperte da insindacabilità; ma nel 2006 la Consulta ha annullato la delibera di Montecitorio, disponendo che Bossi sia processato come un comune cittadino. Il Senatùr è invece uscito indenne dal lungo processo per resistenza a pubblico ufficiale, in seguito agli scontri con la polizia che perquisiva, il 18 settembre ’96, la sede leghista di via Bellerio a Milano: condannato a 7 mesi in primo grado e a 4 in appello, Bossi s’è visto annullare con rinvio la seconda condanna dalla Cassazione, che ha disposto un nuovo processo d’appello. E qui, nel 2007, è stato assolto. Ancora aperto, invece, il processo di Verona per le camicie verdi della cosiddetta Guardia nazionale padana costituita nel 1996: Bossi, con altri quarantaquattro
dirigenti leghisti, deve rispondere in udienza preliminare di attentato alla Costituzione e all’unità dello Stato, nonché di aver costituito una struttura paramilitare fuorilegge. Ma, almeno in questo caso, rischia poco o nulla: allo scadere dell’ultima legislatura, la maggioranza di centrodestra ha riformato i primi due
reati (punibili ora solo in presenza di atti violenti), in modo da assicurarne la decadenza al processo di Verona. L’ennesima legge ad personam. Una volta tanto non per il Cavaliere, ma per il Senatùr. Il procuratore di Verona Guido Papalia, però, tiene duro sull’accusa residua di associazione paramilitare. Allora, nel 2007 la Camera regala l’insindacabilità ai deputati imputati, tra i quali Bossi, Calderoli e Maroni, quasi che la Guardia Padana fosse un’«opinione». A quel punto Papalia ricorre nuovamente alla Consulta con un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, come ha già fatto contro un analogo provvedimento impunitario adottato dal Senato per salvare Gnutti e Speroni.

Agenzia Matrimoniale Nano & Figli

14 Mar

"ROMA – Silvio Berlusconi propone la ricetta contro la precarietà, e suggerisce a una ragazza come risolvere i problemi che comporta l’assenza di un lavoro stabile: sposare un milionario, magari suo figlio Piersilvio. "Credo che con il suo sorriso se lo possa certamente permettere" dice il Cavaliere a una studentessa che nel corso della rubrica del Tg2 Punto di vista gli chiede come sia possibile, per una giovane coppia, farsi una famiglia senza un lavoro stabile. Non perde occasione per fare lo spiritoso, Berlusconi, nemmeno di fronte a una delle urgenze più drammatiche del paese. Che il siparietto susciti polemiche è inevitabile. Un’indignazione diffusa. Walter Veltroni registra "la distanza dalle ansie reali del paese". Replica il Cavaliere: "E’ ridicolo prendersela così"." (FONTE sito web REPUBBLICA)

La tentazione di astenersi completamente da qualsiasi commento è forte… Ma non ce la faccio!Non ce la posso fare!

Quindi sposare un milionario come soluzione al precariato.

La prima cosa che mi viene in mente sono i miliooooooni di posti di lavoro creati dal soggetto in questione nel suo precedente governo: milioni e milioni di precari "venuti al mondo come conigli", direbbe Vasco.

Cercando di tenermi distante da valutazioni sul calo della disoccupazione di cui si sarebbe preso i meriti, posto e considerato che non si può considerare “occupato” un soggetto che ha un contratto di tre mesi a progetto, senza ferie/malattia/ecc., mi viene da pensare che il problema sia un altro.

Quanti figli ha Berlusconi? Visti gli innumerevoli lavori, la veneranda età e ovviamente la sua capacità riproduttiva intatta, a occhio e croce dovremmo essere sui sette milioni…

Cioè un Piersilvio per ogni precario…

Questa si che è redistribuzione del reddito…. xD

 Un BAFFANCULO tutti in coro?!

Oppure una bella croce sul PD alle prossime elezioni e ci leviamo dalle scatole ‘sta gente senza senso…

Ps: ma a voi fa più schifo che il Nano abbia Ciarrapico perché ha i giornali, o che Ciarrapico abbia i giornali?

 

Jaku

We are falling down…

25 Gen

E così anche il governo Prodi è caduto.
Sorvoliamo su chi ne è stato artefice, sulle immagini animalesche di persone che dovrebbero rappresentare l’elite del parlamento, sulle bottiglie di champagne stappate nella stessa aula, a festeggiare le difficoltà del paese.
Vorrei però solo far presente che TUTTI, senza alcuna esclusione di partiti o persone, si sono mossi nei mesi passati per cambiare una legge elettorale che non so come faccia ad essere definita costituzionale, visto che ha creato i problemi che sono sotto gli occhi di tutti, con conseguente INGOVERNABILITA’ di un paese che è già ingovernabile di suo.
Ora, quelle stesse parti che hanno raccolto firme per abolire questa legge, vogliono invece saltare questo passaggio e andare al voto subito.
Nessuno è riuscito a spiegare questo atteggiamento!
Perchè prima non cambiano la legge e poi votano?
Perchè la destra era frammentata e ora si coalizza forzatamente pur di apparire unita, e proclamare Berlusconi come Leader, quando fino a non molti giorni fa ognuno si proponeva per quel ruolo?
E, soprattutto, ma che idea ha questa gente degli italiani? Ci ritengono così stupidi da non accorgerci di cosi evidenti cambiamenti di rotta? Così stupidi da non capire che la paura del nascente Partito Democratico, fa si che ancora una volta si tenti di gettare tutto nel caos più totale sperando di spuntarla…?

A me questi 20 mesi di Governo hanno soddisfatto. Certo sono aumentate le tasse (anche se proprio ora sarebbero arrivati dei tagli), ma è stato fatto tutto per far ripartire un paese, finalmente l’Europa ci collocava in via di sviluppo e non di regresso.
Ma soprattutto, mi è piaciuto l’atteggiamento tenuto nel fare programmi a lunga scadenza, il coraggio di avere degli obiettivi di lungo termine a costo di scontentare gli elettori con dei provvedimenti che appaiono negativi ora.
Molto distante dagli aumenti (??20-30 euro) nella busta paga che erano stati promessi da Berlusconi, poi effettivamente dati, ma che hanno avuto solo l’obiettivo di accaparrarsi voti e svuotare le casse.
Molto distante dalle leggi personalizzate del precedente Governo.
Finalmente ho visto un Governo che lavora per il Paese, e non per se stesso.
Ed erano anni che non accadeva.

Poi ovviamente, in un paese come il nostro, che si nutre di Tv, è normale che si guardi solo a quello che ti viene raccontato, e non a quello che succede; non mi stupisco quindi di leggere che è stato un Governo fallimentare, non mi stupisce sentire proclamare che gli italiani aspettavano questo momento (grande falsità), e che la gente vuole tornare a votare. E’ propaganda che lascia il tempo che trova. Ha lo stesso valore di una notizia sui cani impazziti che cominciano a mordere: per un mese accade dovunque, poi per un anno non se ne parla più.

Ora Voglio solo restare a guardare.
Per vedere se gli Italiani ci hanno capito qualcosa, se hanno capito che sono stati presi più provvedimenti utili in 20 mesi  che in 5 anni di Governo precedente. Se, come me, finalmente si aveva il coraggio di guardare avanti, e non vedere il solito buio..E il tutto con una controparte ostruzionistica oltre ogni misura, senza motivi validi, solo per il piacere di mettere in difficoltà (gran servizio reso al paese eh).
E noi vogliamo dare il paese di nuovo in mano a questa gente? Vogliamo di nuovo ottime leggi ad personam e scarsissime leggi ad populum?
Resterò qui affacciato, sperando che una ventata fresca di coscienza porti su questo paese il bel tempo che tutti speriamo.