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Lento, impacciato e svogliato.

23 Giu
Non so se effettivamente esista il malocchio.
Ammettiamo pure che quelle gocce d’olio che mia nonna fa scivolare giù per il mignolo, pronunciando a bassa voce frasi che sanno di antico e profano, siano veramente l’indicatore reale del mio malessere.
In questo caso sarei fottuto, visti i cerchi che formano e che si vanno ad ingigantire ogni volta.
Una volta ci ha messo due giorni a toglierlo, anche perchè quel rito sulla stessa persona non può farsi che tot volte al dì.
In realtà avrei anche chiesto, svagatamente, a mia nonna di insegnarmi quella tecnica, ma dubito che un non credente come me possa assimilarla. Di sicuro ne avrei abusato.
Stasera sarei tentato di chiamarla nuovamente e chiederle, per favore, di farlo ancora.
Non sono i malanni fisici, stavolta (o almeno non solo quelli), a tenermi sveglio e preoccupato, ma una questione che parte da molto più lontano e, come quei cerchi d’olio, si allarga si allarga si allarga.

Più che un’inutile descrizione, che potrebbe servire ad uno psicologo in erba per la prefazione al suo nuovo libro, mi soffermerei sugli effetti: sto perdendo tutto.
La ragione ed il senso, la motivazione e lo scopo, la gioia e l’aspettativa. Preso letteralmente a randellate da eventi che in realtà non si verificano affatto.
Rectius: preso a randellate da "mancanze" (non riesco a definirle meglio), sbilenco e pesante come metallo ammaccato, inservibile, zoppico per la mia strada ormai da troppo… e la meta sbiadita là in fondo, fatico a ricordare cos’era.
Non so se sia peggio perdere qualcosa o non averlo mai avuto. Sarei tentato a dire la prima, ma sarebbe l’annichilimento totale, visto e considerato che l’unica lezione che la vita ti dà è che tutto finisce. E non si può mica rinunciare a tutto, di questo ne sono certo.
Respiro di sollievo: io per lo meno svariate cose le ho avute. Anche se ora stanno andando a farsi fottere e si accartocciano come bicchieri di plastica in mezzo alle fiamme.
Mi sono illuso in certi momenti di esserne uscito, se non completamente, almeno in parte. Quanto non è stato vero, e quante volte ho trascinato qualcuno con me, ostinandomi a ripetere che quella era la direzione giusta!

Sono un povero disgraziato, vittima di niente se non di sè stesso, che non riesce a guardare avanti nemmeno quando tutto lo permette. Neanche quando tutti lo impongono a gran voce.

Sono solo terra bruciata su cui non puoi coltivare nulla, se non il ricordo del verde che fu.

Credeteci pure, se vi fa comodo.

5 Giu
Io me ne starei volentieri in silenzio.
E’ l’occasione giusta per non dire nulla, stendere il cosiddetto "velo pietoso" e andarsene al mare in questo primo week end di giugno.
Ma visto e considerato che ci pensano già i piani alti a starsene zitti,beh, la voce la alzo io, che ho ben poca voglia di starmene sul bagnasciuga e lasciare che le poche gocce di democrazia rimaste evaporino.

Odio le persone che abitano questo paese.
E’ un odio misurato e razionale, che riservo a chi non si indigna di fronte all’indecenza messa in mostra in questo ultimo mese; non è quindi un sentimento che nasce dall’istinto di veder finire la carriera politica di questo o quel pezzente che siede sulle lussuose (ma sudicissime) poltrone parlamentari. Nossignori.

Non me ne frega niente delle bambine nude nella Villa in Sardegna, di quello che c’è tra una 18 enne che "vuole fare la modellllllla" e un Nano da Giardino, di quante corna il Nano da giardino abbia o metta.
Non credo siano questioni che rilevano, nè ho tempo di starle a sentire, essendo purtroppo avvolto e coinvolto da altri problemi che per comodità chiamerò Vita.
Leggermente rilevano, le suddette questioni, quando mi dicono che il Nano da Giardino non sarebbe solo un inerme e ozioso accessorio posto su un prato verde, ma, addirittura, si prenderebbe la briga di andarmi a rappresentare in giro per il mondo.
Ecco.
Lì mi girano letteralmente i coglioni.

Scusate se non mi sta bene che un Primo Ministro SETTANTADUENNE frequenti-senta-aduli-inviti una ragazzina appena DICIOTTENNE.
Non ci fa sesso, dice lui. CI MANCHEREBBE, aggiungo io.
Considerando che nei paesi civilizzati (non il Burkina-faso che pure ci sovrasta quanto a livello di democrazia pro-capite) per una nota spese taroccata i ministri saltano ( e cito Libero, che di Libero ha giusto il nome), mi aspetterei come minimo che qui venga giù il Parlamento con tutte le fondamenta.
Invece niente. Anzi, la stampa rossa italiana, dovrebbe vergognarsi! E a ruota anche tutta la stampa estera, che ha architettato questo complotto di livello internazionale! E’ noto, infatti, che introfularsi nelle questioni personali di un Nano ha un rilievo ben maggiore che uno storico discorso di un pur sempre "abbronzato" Barack Obama in Egitto.
Anzi, dietro tutto ciò ci sarebbe addirittura un mandante, e i giornali avrebbero pagato presunti falsi testimoni (vedi ex fidanzato Noemi), anche perchè lui, il Nano, farebbe così (vedi caso Mills).
Strano che i terroristi islamici prendano di mira gli Usa e non Arcore, mi vien da pensare.

Quindi non solo il Nano da Giardino può fare quello che vuole dentro le mura della sua villa, ma visto che questa è in Sardegna e un traghetto potrebbe sempre essere respinto da Maroni, se non affondato direttamente, può anche adibire velivoli di Stato al trasporto di tutto il silicone necessario al festino.
Che poi la questione venga archiviata, perchè c’è il precedente di Rutelli e Mastella che volano a vedere un Gran Premio di Formula 1, è cosa risaputa. Anche se, permettetemi, preferisco un ministro appassionato di Schumacher, che uno arrapato da tetteculiecompagnia.
In ogni caso c’è il lodo Alfano, immunità-impunità al Nano, quindi che discutiamo a fare?
E poi, dove altro dovrebbe andare il Nano? "Roma è sporca e sembra l’Africa", non può accettare che Milano "per il numero di stranieri che ci sono", sembri "una città Africana e non Europea".

Avete fatto caso a quanto le foto di donne gnude in villa, riportino alla mente gli indimenticabili giorni di una manciata di fancazzisti nella casa del Grande Fratello?
E avete notato l’atteggiamento da Tronista del Nano nella questione sorta con la sua ex moglie?
Si che l’avete notato, ma abituati alla visione di certi programmi vi guardate bene dal cambiare canale, curiosi di vedere se ce la farà l’aitante Noemi Letizia ad ottenere un’altra esterna.
Bravi Bravi Bravi!

Io domani voto PD, certo, perchè la mia asticella della decenza ha un livello massimo.
Ed è stato superato.
Domani voto PD, ed è ovvio che io preferisca un partito con una "presunta" carenza di programmi (le cui proposte sensate tutti i giorni vengono bocciate dalla maggioranza), che uno con una CERTA assenza di valori.

Voterò PD soprattutto perchè l’alternativa sarebbe credere non solo che esistano i Nani da Giardino, ma addirittura che si siano messi a governare un paese.
IL MIO.

Brillo (ma non troppo)

8 Gen

Esci, incontra gente. Vivi.

Questo il messaggio che ha voluto inviarmi una mia cara amica che, a suo dire, non trova una spiegazione sensata alla mia situazione di dissesto sentimentale.
Uno come me, ripetono ormai senza soluzione di continuità (ma a stento riescono a convincermi), non dovrebbe avere problemi di tal sorta.

Apprezzo moltissimo la fiducia che le persone ripongono nei miei mezzi e nella mia persona, e sarei uno sciocco a non compiacermene, ma se c’è qualcosa che la mia modesta esperienza ha avuto modo di insegnarmi, è il senso della misura.
Ossia non sottovalutare gli altri e non sopravvalutare se stessi.
Pur riuscendo in entrambe le cose, è innegabile che la seconda mi venga quasi spontanea e naturale, pur non sconfinando MAI in vittimismo et similia.

La situazione è stabile ma aperta.
Ed io non mi lamento per nulla, abituato come sono a pazientare, far fermentare, attendere che l’alcolico elemento prenda un gusto ed abbia un corpo.
Che un giorno si possa bere, assaporare e che dia alla testa,  si, ma in maniera dolce, senza limitarsi ad essere la sbornia che si esaurisce in una notte.

Venghino Siore (non Siori, per ora… -.-‘), venghino! xD

Ps:
– questo non è un annuncio matrimoniale.
– questa non è una richiesta di Escort.
– Non vendo il vino fatto in casa -.-‘

Niente da fare.

2 Dic
Tutta questa vita è stata costruita per cuori forti.
I deboli vengono continuamente schiacciati, spazzati via, resi sterili da chi ha il dono della supremazia.
Non c’è niente da fare.
Riscopro di far parte di quei deboli ogni volta che il mio progetto va alla deriva, ogni volta che investo anima ed energie in qualcosa e puntualmente una decisione di altri sbarra la strada. Mi insabbia.
A chiunque creda nella semplicità delle cose, nelle somme per cui io + lei fa noi, dovrei chiedere: quand’è che questo accade da entrambe le parti? La risposta che mi sento di dare è MAI.
E’ solo l’orrenda sensazione che si prova nell’essere grandi, ma mai abbastanza da decidere per due.

Mi sentivo uomo con accanto una donna, non una ragazza.
Ma ora torno bambino, con le mie lacrime, con il mio giocattolo rotto. Con i miei sogni destinati a non cambiare la loro sostanza.
Perchè nel sogno si rifugia sempre chi non ha una realtà migliore da proporre.

Non sarà un mondo per vecchi forse, ma per bambini sicuramente si.
Quando qualcuno imposta il tuo futuro, sceglie per te, non sono di tua proprietà nemmeno i concetti di giusto e sbagliato.

Non c’è niente da fare.
Perchè alla fine fa tutto qualcun altro.

Qualora non dovessi tornare…

29 Set
C’è un grosso problema che, per quanto mi applichi, non riesco a superare del tutto.
La paura di volare.
Stavolta però non intendo volare in senso metaforico, ma la vera e propria paura degli aerei…c’è da dire che gli avvenimenti di tutti questi anni non mi hanno aiutato; so che è un mio limite, e per questo cerco di lavorarci su.
Ho preso l’aereo poche volte, e sempre per gite o viaggi in compagnia, ora per la prima volta mi accingo a prenderlo da solo, e per un impegno improrogabile come solo può essere la storia con una ragazza.
Non posso continuare a nascondermi dietro le mie assurde teorie per le quali "gli aerei cadono" (cosa peraltro  perfettamente in linea con le leggi della fisica), ma devo fare di questa mia debolezza una forza e con sprezzo del pericolo montare su quel dannato trabiccolo e percorrere le distanze VITALI che mi separano dalla donzella in quel di Stoccarda!
In realtà questo mio problema non può nemmeno dirsi terrore, forse nemmeno paura, è solo un timore che qualcosa che accade di rado (e giù con le statistiche sulla sicurezza degli aerei bla bla bla, che è più pericoloso starnutire in autobus che prendere un aereo e blablabla) accada in un preciso e sbagliatissimo momento!
Più che altro, nella mia breve esistenza, le mie paure sono spesso accompagnate da reazioni personali, da comportamenti che le esorcizzano. In questo caso però, qualunque mio comportamento a 10000 metri di quota so che sarebbe inutile; tranne forse saltare sulla prima hostess che mi capita vicino. Oppure inviare un messaggio a tutta la rubrica del telefono con scritto "Ti voglio bene", e magari ricevere la risposta del mio capo che mi dice di lavorare invece di fare dichiarazioni d’amore…
Insomma non sarebbe proprio il massimo per i miei ultimi minuti…
 
Respira… respira…
 
Per evitare di dover dire tutto per messaggio (e vallo a sapere se a 10000 metri prende la Vodafone), sarà meglio quindi lasciare messaggini sparsi qua e là fin da ora, perchè sono nato con lo spirito organizzativo e non voglio che si dica che me ne sono andato senza.
Quindi chiederei cortesemente che tutti i beni materiali restino in possesso della mia famiglia, compresa la bandiera del Partito Democratico con cui mio fratello dovrà dormire tutte le notti.
Invece la cassettina sotto la tv col lucchettino va scardinata, e le lettere e le cartoline vanno tutte fotocopiate, con l’originale che resta da me (metti che torno sotto "mentine" spoglie, non so un pacchetto di tic tac) e le copie date a tutte le persone da cui sono arrivate, cosi se hanno conservato le mie possono ricostruire il tutto.
I preservativi me li porto dietro, quindi non accanitevi a cercarli (Si, tutto il pacco da 56, PROBLEMI?).
Desiderei che il blog continuasse a venire aggiornato, quindi mi feederò dall’aldilà e controllerò.
Tuttavia, nella denegata ipotesi in cui non riesca a forzare il router dell’Onnipotente (il maledetto ci mette un San Pietro davanti ad ogni porta, altro che firewall!), gradirei che qualcuno stampasse tutte le cose che ho scritto (compresi i testi sull’hard disk esterno, cartella "testi finiti", e quelli sullo space di msn e sui diari) e ne facesse un libricino da vendere: con i soldi ricavati ci pagate la multa che non sarò riuscito a contestare per mancanza di tempo.
Se poi la vendita va parecchio bene e diventate ricchi, voglio che si divida in parti uguali per tutte le mie ex il ricavato e si dia loro per farci quello che vogliono, con allegato un bigliettino di scuse per non aver dedicato loro il tempo che meritavano, o per averne dedicato troppo, o per averle lasciate, o per non essermi rimesso insieme: insomma un indennizzo per danno emergente o lucro cessante.
Per chi avesse avuto dubbi… NO, non ho mai tradito, quindi non si presenti qualcuno con pretese risarcitorie più elevate sulla base di mere illazioni.
Con la seconda ristampa del libro, invece, il ricavato va ai miei amici, a titolo di "indennizzo per trasferte e sopportazione", con una percentuale tanto maggiore quanto sono il numero di anni di conoscenza. Chi prende l’indennizzo da ex non può prendere anche quello d’amicizia, e deve scegliere.
Non voglio dimenticare nessuno, quindi fatevi avanti se non vi arriva nulla e ne avete titolo.
 
Credo di aver detto tutto… in caso ,se va bene il viaggio di andata aggiungo qualcosa prima del ritorno, che comunque sarà ancora più rischioso perchè mi è andato bene il primo (la statistica non è un opinione).
Ovviamente nessuno saprà gli orari del volo, il giorno di partenza, la compagnia e l’arrivo, sennò lo buttate giù a forza di pensieri, affamati di soldi che non siete altro!
 
Infine, a chiosa di tutto ciò, volevo aggiungere che nonostante la paura, ho volato parecchio alto durante tutti questi anni, e anche ultimamente ho avuto sorprese piacevolissime di cui terrò per sempre in serbo il ricordo.
 
Il mio pensiero è con voi tutti (e speriamo pure il resto per un altro po’…).
 
Respira.

Ancora cerchi rogne?

18 Set
Vediamo la classifica delle chiavi di ricerca utilizzate negli ultimi due mesi per arrivare a questo blog.

Al 3° posto troviamo la Sirenuzza e i suoi search, perchè solo lei può digitare su GOOGLE parole come "Jakusss" e "madò jakusss": forse non molti lo sanno, l’indirizzo della pagina è stato praticamente suggerito in origine da lei stessa, e da questo nomignolo che lei utilizza al posto del mio nickname. Quindi una terza posizione meritata, sia perchè pare essere lettrice assidua (ma mai o quasi commentatrice, mentre il suo lo commento eccome!tzè!), sia perchè voglio cogliere l’occasione per un suggerimento: ma insomma, ti viene proprio difficile metterlo tra i preferiti sto blog?

Al 2° posto troviamo "calci genitali scarpe". Ora, se qualcuno ricorda la prima puntata del "Cerchi rogne?", ricorderà che aveva stravinto "Mamme che danno calci pene figlio". Questa recidività mi porta a ragionare su due possibilità: o è stata aperta una vera e propria scuola stile "Fight Club" di calci al pene, oppure, molto più probabilmente, qualcuno deve aver calciato a piedi nudi, in un momento di non completo relax dell’organo in questione, un superdotato. Nella seconda ipotesi, facciamo pubblico appello affinchè si apra la scuola di cui sopra, e si stanzino lì i soldi che dovrebbero finire ad Alitalia. Tanto anche lì si stanno spaccando i maroni.

Al 1° posto, inarrivabile, "utilizzo diffamatorio immagini carta igienica". Intuisco le tue intenzioni e posso assicurare che il gioco vale la candela,ma non sai quanto capisca i tuoi bisogni, caro  amico lettore: anche io ho sempre desiderato pulirmi il c*** con la faccia dell’attuale Presidente del Consiglio!

Come sopravvivere ad un fratello fascista (Fascistello)

16 Lug

 

Bisognerà, prima di passare ai rimedi, analizzare quali siano i comportamenti tipici del soggetto  fratello fascista (detto comunemente “fascistello”) in modo che anche i meno avveduti si rendano conto ed individuino eventuali soggetti della stessa specie all’interno del proprio nucleo familiare.


I soggetti “fascistelli” usano ostentare la loro fede attraverso appiccicume vario appeso ai muri delle camere. Solitamente campeggia ampia fotografia del mascellone, ma attenzione a distinguere chi l’appende correttamente (cioè a testa in giù, come poi è finito l’originale) e chi nella storica posizione di possenza e masculinità: nel primo caso avrete in casa un sano comunista che, se non riempie di orgoglio, quantomeno può essere classificato come il male minore.

Attenzione anche alle strategie. Ad esempio, nel mio caso particolare, la mascella campeggia accanto ad una tetta della Canalis (e sono di uguali dimensioni); questo è il chiaro simbolismo fascista, e questo è il suo meccanismo: avvicinando qualcosa di molto piacevole a qualcos’altro di molto squallido, si vuole rendere piacevole anche quest’ultimo.

Nel mio caso, però, il risultato è che odio la Canalis (ed in modo particolare la sua tetta destra).

Questo a dimostrazione che la strategia fascista, anche se a caro prezzo, può essere resa innocua.

Attenzione anche alle svastiche e ai fasci littori, soprattutto se cercano di farveli passare come storici e sacri simboli della romanità.

Anche il linguaggio, parecchio forbito, del soggetto fascistello può aiutare ad identificarlo. Accanto agli storici “Dux mea lux” (che poi allora avoglia a stare al buio cari miei) e “Credere Obbedire Combattere” possiamo infatti imbatterci in frasi quali: “se sti negri c’hanno freddo bruciamoli”, oppure “Sei proprio un ebreo”(dove starebbe l’offesa scusa?), “ma invece di intercettare le barche di clandestini affondatele” et similia.

Solitamente al soggetto fascistello si associa un livello di Q.I. di segno negativo. E si fa poi al cubo.

Anche il comportamento e le movenze di un soggetto, riescono poi ad individuarlo come fascistello senza che apra bocca (con evidente sollievo dell’ambiente per il risparmio da emissioni nocive ed inquinanti). Attenzione alla classica “mossa del paralitico” ovverosia braccio destro alzato e mano a mò di lama: non appena vi rendete conto che si rivolge a voi, bisogna che contrastiate l’immondo e insano gesto con un pugno alzato (sinistro ovviamente). E’ infatti risaputo che il sasso batte la lama, come la scienza esatta della morra cinese insegna da secoli e secoli.

Altri atteggiamenti che possono indurre a dubitare della presenza di materia grigia all’interno del soggetto (altro sintomo e/o conseguenza dell’essere fascistello) sono:

         scarsa considerazione della donna: nulla di sensato esce dalla bocca femminile.  A meno che non ce l’abbiano introdotto loro qualche minuto prima.

         daltonismo: si vestono di nero per insultare chi di nero è vestito per natura (invidia?).

         scarsa considerazione dell’altro: perché l’altro è nessuno.

       utilizzo frequente dell’elemento fuoco: inceneritori per extracomunitari, molotov, Fiamma Tricolore. Ma mai “fornello del gas”. Ad uso cucina, ovviamente.

         mire espansionistiche et colonialistiche: mio fratello occupa tutto ciò che mi appartiene e lo rivendica con orgoglio. Delle volto trovo bandiere italiane piantate sulla cena, a delimitare il suo territorio.

–    perdita di memoria: se gli presti 50 euro, lui rimuove. Tu dimenticali.

Se te li presta lui: ipotesi non pervenuta.

–    distorto senso della proprietà: se compra qualcosa è suo. Se si compra in due è suo. Se lo comprano altri è a fasi alterne un po’ suo e un po’ di suo libero utilizzo. Questo è da ricondurre in parte al punto precedente.

 

Ora che siete in grado di riconoscere il fascistello, passiamo rapidamente ai rimedi.

Esclusa l’emigrazione (troppo costosa), messa da parte l’impiccagione (perchè li farebbe sembrare ancor più simili alla loro musa…ehm..mascella ispiratrice), l’unico rimedio che rimane è la pazienza.

Ho infatti appurato che eventuali tentativi di conversione e/o conversazione sono del tutto inutili e anzi peggiorano la situazione.

La prevenzione è un’ottima arma, soprattutto da piccoli. Cercate di non fargli frequentare compagnie sbagliate, aiutatelo a chiamare “compagno” il suo amico di classe e non “camerata”, fategli leggere Travaglio appena è in grado.

Convincetelo che due poster della Canalis sono meglio di uno. In alternativa anche uno del Che che tanto ha i capelli lunghi uguale.

Fategli capire che la Shoa c’è stata.

E fategli intendere che non deve ripetersi.

Chiaro che, una volta persa la pazienza, bisogna passare alle maniere forti.

Minacciatelo. Ditegli che diventerà come Berlusconi: basso, pelato e stronzo.

(Magari aspettate che Berlusconi passi a miglior vita, sia mai che lo rivoti…)

E se neanche questo funziona…fate come faccio io…IGNORATELO.

Jaku

Che differenza c'è…

2 Lug
…tra amare e farsi male….diceva Biagio, ponendola come una domanda retorica alla quale rispondeva implicitamente "NESSUNA".
Non che io sia la persona più adatta a discorrere sull’argomento eh, visti anche i risvolti negativi post-storialungafinitamale, ma non sono nemmeno l’ultimo arrivato, e quindi mi considero se non un luminare della materia almeno un attento osservatore.

E quello che osservo mi piace sempre meno, visto che disgraziatamente non riesco a rientrare in nessuna delle categorie standard del maschio single:
– Sesso fino al sopraggiungere di malattie incurabili
– Ricerca dell’anima gemella
– Vivere alla giornata, anche detto "come viè viè".

La situazione è assai più complicata, perchè dopo essermi laureato sto pensando bene di specializzarmi in "trova il pelo nel pilu", ossia datemi una ragazza e vedrete che anche questa, come tutte le altre, avrà qualcosa che non va.
Che poi quel qualcosa sia un tizio di due metri tatuato, l’orecchio sinistro leggermente a sventola o l’unghia dell’alluce dipinta di nero…non cambia la sostanza nè il risultato.
Che sia una sorta di autodifesa involontaria contro l’altro sesso? E’ forse un rifiuto del mio organismo a confrontarsi?

Fatto sta che in questo immobile marasma l’unico riflesso incondizionato che ho è partire. Più precisamente togliere il disturbo. Nel dettaglio, andarmene fuori dalle balle.
Per ora mi limito a viaggi a intermittenza e di breve durata, sperando che in uno di questio ci siano le condizioni ideali e, non nascondiamolo, un validissimo motivo personale, per cambiare completamente vita/ambiente/luoghi/persone.

Il più delle volte poi si gira il mondo cercando la felicità, per poi tornare e scoprire che era comodamente seduta sul proprio divano; siamo dei presbiti, solo allontanandocene riusciamo a metterla a fuoco.

Andrebbe bene anche cosi.
La felicità non si cerca nè si trova. La felicità…succede.

             jaku

Un cuore così bianco (Javier Marias)

15 Giu
"A volte ho la sensazione che niente di ciò che succede succeda davvero, che tutto accadde e al tempo stesso non è accaduto, poiché niente succede senza interruzione, niente persiste né persevera né si ricorda in eterno, e anche la più monotona e banale delle esistenze si annulla e nega se stessa in questa ripetizione apparente al punto che niente è niente e nessuno è nessuno che sia esistito in precedenza, e la debole ruota del mondo viene spinta da smemorati che ascoltano e vedono e sanno ciò che non si dice e non avviene e non si finisce né si può dimostrare. A volte ho la sensazione che ciò che avviene è identico a ciò che non avviene, che ciò che scartiamo o ignoriamo identico a ciò che accettiamo o afferriamo, ciò che sperimentiamo identico a ciò che non proviamo, tuttavia la vita passa e passiamo la vita a scegliere a rifiutare a selezionare, a tracciare una linea che separi quelle cose che sono identiche e faccia della nostra storia una storia unica da ricordare e da raccontare, immediatamente o dopo nel tempo, e venire così cancellata o sfumata, l’annullamento di ciò che siamo diventati e che abbiamo fatto".

Che età credi che abbiano i tuoi dubbi e le tue incertezze?
Questo bel libro più che dare una risposta continua a porre domande, ad insinuare dubbi.
Non risolve infatti il dilemma: è meglio rivelare delle verità scomode, o celarle dietro menzogne a fin di bene?
Credo che la verità a tutti i costi sia una strada tanto facile da imboccare quanto pericolosa da intraprendere. Spesso sottolineamo l’importanza di circondarci di persone fidate, ma ancor più spesso confondiamo la fiducia con il nostro "preteso" diritto di sapere.
Dovremmo cercare invece qualcosa di diverso, sperare che esse si frappongano, come dei filtri, tra le informazioni che sono in loro possesso e la nostra conoscenza. Se davvero si hanno a cuore i sentimenti dell’altro, questa attenzione non può essere misurata in base alla quantità di dati che gli si pongono davanti; piuttosto è la selezione degli elementi, la scelta eventuale dei tempi e dei modi nel rivelarli, che la misura.
Esistono certamente delle verità che è meglio tacere, ma ancora di più delle menzogne che non possono assolutamente trovare giustificazione.
E’ questa la sottile linea che deve servirci da punto di riferimento, lungo la quale muoversi.
La verità, infatti, altro non è che un coltello affilato. Se ci viene data dalla parte del manico può difenderci od offendere, a seconda dell’utilizzo che ne facciamo. Diversamente può solo ferirci, comunque si cerchi di afferrarla.

Jaku

 

Ricordo vagamente di aver dimenticato…

10 Giu
Comincio a pensare che anche avere un blog mi sottoponga a stress…
Insomma, non mi si può chiedere di scrivere continuamente. Se avessi voluto aggiornarlo tutti i giorni avrei aperto un giornale.
No, neanche una volta a settimana è un termine fattibile, sennò avrei aperto, non so, un Tivvùsorrisiecanzoni.
Infatti per queste pubblicazioni si usano termini come "quotidiano", "settimanale", "periodico"…invece per i blog si usa la parola BLOG e basta…
Come infatti molti di voi non sanno (e non sanno di non sapere), la parola BLOG è un’abbreviazione della più complessa WEB-LOG, la cui traduzione letterale è "traccia su rete" (Fonte wikipedia —-> clicca per saperne di più).
Questo significa che si potrebbe aprire la propria bellissima pagina web, chiamarla blog, disegnarci una linea retta con tre cuoricini intorno e intitolarla "Mi consenta", firmarsi Babiluscia. E il blog sarebbe finito. La traccia è lasciata.
Viste e considerate le caratteristiche e le priorità dell’utente medio, scommetto che un blog del genere avrebbe un migliaio di visite al giorno.  E anche l’autore, per mio modestissimo parere, avrebbe bisogno di qualche migliaio di visite al giorno. Specialistiche, possibilmente, nel campo della neuropsichiatria.

Questa è la premessa maggiore.

La premessa minore è invece che si, mi sono dimenticato di avere un blog, o per lo meno non avevo molto da dire, o ancora meglio, avrei molto da dire ma siccome si tratta di cose divertenti e simpatiche che mi capitano da un po’ di giorni a questa parte, non vedo perchè perdere tempo a scriverle quando posso utilizzare il mio già scarso tempo libero per farne accadere delle altre.

Da queste due premesse si potrebbe trarre la conclusione che chi tiene un blog sempre aggiornato non abbia una mazza da fare, o semplicemente prenda dei soldi per fare na mazza tutto il dì, ma sappiamo sia io che te (mia attentissima lettrice, attentissima anche a rimanere l’unica…) che non è così.

La conclusione è invece un’altra.
E cioè che chiedo scusa e cercherò di scrivere più spesso. Come è accaduto giorni fa in metropolitana, laddove colto da profonda ispirazione iniziavo a  scrivere un post per il blog sul mio telefonino, fino a riuscire a concatenare 15 (e dico 15) messaggini di testo .
Soddisfattissimo della produttivtà che può far scaturire l’utilizzo del mezzo pubblico – a dispetto del mezzo privato dove si affina solamente la tecnica del linciaggio tramite clacson o si valorizza l’insulto gratuito a svariati decibel di potenza – tornavo in ufficio convinto che si, finalmente avevo in mano un post decente, e soprattutto avevo avuto tempo di scriverlo.
Bastava solamente digitare tutti quei bei caratterini (che non sempre è facile far stare al loro posto) sulla tastiera del pc.
Invece no.
A dimostrazione che l’assunto tecnologia = pigrizia non sempre è privo di fondamenti, decido di affidare il prezioso post al mio avanzatissimo telefono cellulare: "invio tramite MMS" al mio indirizzo e mail, in modo da non dover ridigitare tutto ma fare un post con un semplice copia – incolla.

Il mio viso / che dipinto avea desio / e soddisfazione per tal idea / d’un tratto di verde si tinse / ed ebbi timor di lieve vacillio…
…gli svariati Kilobyte di cui si componeva il messaggio erano infatti miracolosamente divenuti pochi Byte. Aprendo l’email, l’orrendo presagio diviene realtà. Il post era andato perso nella conversione MMS del testo. L’ email conteneva un elegante logo Vodafone e nient’altro. Sul telefonino altro non c’era che un MMS nei messaggi inviati…vuoto.
MMS…Messaggio Mai Spedito…si, deve significare questo.

Era un post bellissimo.
Di quelli che ti fai crescere i baffi dopo averlo scritto, per il solo gusto di leccarteli la notte ripensandoci.
Non riuscirò mai a scriverne un altro così.
O forse si.
Nell’attesa, intanto, ho aggiornato il blog… ^^
(e so che sono raddoppiate le lettrici…)