I: “Ehi, ciao”.
M: “Ciao a te! Cos'è quella faccia da funerale?”
I: “Ho un problema serio…serissimo”.
M: “Non dirmi che è ancora lei…perché se è ancora lei sono quasi 3 anni che hai lo stesso problema…somiglia più ad una malattia ormai!”
Testa bassa, non risponde.
M: “Ok, ascolta. La vostra storia è finita, è finita 3 anni fa capisci? Non c’è nulla che tu possa fare se non accettare questo fatto incontestabile: tu l’hai lasciata! Non la amavi più! Non capisco come si può anche solo pensare di stare male o…”
I: “L’ho lasciata e quindi? Credi forse che lasciare una persona equivalga a cancellarne il ricordo? Credi che io abbia il dovere di non ficcare naso nella vita di una persona che ha significato 5 anni della mia esistenza?
Io ho bisogno che lei sappia che continuo a pensare. Ho bisogno di dirle che tengo ancora le sue foto appese lì dove erano, ho bisogno che lei sappia tutto questo e molto altro! E ho bisogno di sentire da lei cosa fa, cosaha realizzato, cosa progetta, se…”
M, scuotendo la testa: “Fermati fermati. Vedi, è questo il punto. Tu hai bisogno? Hai pensato ai suoi di bisogni? Se ha deciso di eliminare te ed ogni singolo riferimento a te, significa che lei la sua scelta l’ha fatta. Cancellare e ricominciare. E sai bene, che ci sta riuscendo. Ha una vita, un ragazzo, un lavoro… probabilmente sta anche meglio di prima. A che scopo vorresti entrare così, a piedi uniti, nelle sue cose? Creare scompiglio? Vedere cosa succede?”
I: “Te l’ho detto. Ho bisogno di farle sapere che non l’ho dimenticata e…”
M: “…e che invece dovresti farlo. Tu questa maledetta lettera non la devi scrivere. Vogliamo ricordare l’ultima volta che hai cercato di fare una cosa del genere? Fammi pensare…era una primavera di due anni fa?”
I: “a cosa ti riferisci?”
M: “Quando l’hai incontrata con il tipo…dai su…il giorno che sei andato a ritirare i soldi all’Ufficio Elettorale…”
I: “Si…”
M: “Cosa avevi in borsa? Un bel libro…ma che bell’ideona! Lei scompare e tu le compri un libro. Avevi già notato quelle foto con lui sbirciando su Internet, eppure hai comprato un libro da regalarle. Cosa ti ho detto subito? Lascia stare! Se le è passata così in fretta, se dopo qualche tempo già ha trovato qualcuno, è evidente che hai fatto la cosa giusta anche per lei! Tu stesso dicevi sempre che hai dovuto scegliere per due”.
Come vedi, qualcuno ha deciso di punirti. Non dovevi farlo, e il destino o chi per lui ti ha messo di fronte lei che ti vede, gira i tacchi e scappa con lui. Tu che alzi lo sguardo, noti due persone che camminano a passo svelto in direzione opposta, e la riconosci subito. Devo ricordarti il senso di impotenza, la tua voce rotta mentre chiami la tua amica, il messaggio inutile che le hai mandato e la risposta di lei?
Incidi nella tua mente quell’immagine: lei-ha-preso-un’altra-direzione. Per sempre.”
I: “Non ho nulla da dire sul fatto che lei abbia…”
M: “Invece si che hai da dire! Senti…stava male per te, ma nonostante questo è riuscita a ripartire immediatamente…e tu stai ancora qua a piagnucolare. Io lo dico per te. Non è salutare quello che stai facendo. Cosa mai potrai ottenere? Non eri tu che ringraziavi il fatto che fosse sparita, perché forse avrebbe aiutato te a dimenticarla?”
I: “Si. Ma vedi, stento a ricordare perché le cose siano andate male adesso. Il tempo è così: consuma i brutti ricordi, ne rende i contorni ingialliti ed il contenuto illegibile. Sai più o meno di cosa si trattava, ma non ci metteresti la mano sul fuoco.
Invece i bei ricordi no, quelli ti mancano e li conservi in un posto asciutto, e sono sempre i primi a spuntare fuori.
Alla fine ti ritrovi solo in mano un mucchio di belle sensazioni che non ci sono più e dimentichi il resto.”
M: “Sarà che in tutto questo tempo non hai trovato nessuno che ti abbia fatto provare quelle sensazioni. Sarà, semplicemente che non sei più stato innamorato, da allora. E quindi tendi a preservare l’ultima volta che è successo da qualsiasi contaminazione. Ma questo non ti renderà indietro quello che è stato, né ti darà la possibilità di andare avanti, in qualche modo.
Senza contare che dirle tutto questo in una lettera non ha molto senso. E non otterrai nulla, se non, forse, incasinarle la mente per un po’.
Ma la cosa peggiore che può succedere è che lei non ti dia nemmeno una risposta, un cenno, continuando ad utilizzare la sua arma preferita, che ha affinato e affilato in tutti questi anni. L’indifferenza.
A pensarci bene credo che tu soffra per questo”.
I: “Cioè?”
M: “Intendo dire che per lei oggi potresti non essere niente di più che un pensiero, magari anche fastidioso. Nello stesso modo in cui lo era il suo ex quando eri con lei. Se non sbaglio una volta in una profumeria ti prese per un braccio dicendo di scappare perché credeva di averlo visto…”
I: “Già…”
M: “Che strana coincidenza. Una situazione del tutto simile a quella che hai vissuto ora. Se facciamo una semplice equazione, forse tu sei per lei quello che il suo ex era quando stava con te. Un fastidio da scacciare. Un intruso nella sua nuova vita.”
I: “ Io non posso credere che tutto quello che c’è stato sia anche lontanamente paragonabile. Non posso! La nostra storia è stata qualcosa di più, non può averla trattata alla stessa maniera…”
M: “Ascolta bene quello che ti dirò ora, perché non ho intenzione di ripeterlo. Tutto, tutto ha una fine. Pensa che addirittura quella che tu ora definisci un’insulsa esistenza avrà una fine.
Devi decidere come giocare le tue carte. Quando giocarle. Tenerle in mano e continuare a passare non farà di te un vincitore, ma solo un perdente a lungo termine.
Non scriverai questa lettera perché lei non ha bisogno di sapere che tu sei ancora impantanato nella melma che hai prodotto, non scriverai per chiederle come stanno i suoi perché non è tuo diritto saperlo, non scriverai dicendole che guardi la sua foto ogni sera prima di andare a dormire.
Non le dirai che hai pianto sui vostri ricordi, che ascolti Giorgia solo quando hai voglia di pensare a lei, che non sei riuscito più a dire ti amo da allora, che pensi di non riuscire a farlo mai più.
Non scriverai tutto questo perché se la tua vita è uno schifo non è colpa sua, ma tua.
Presumo che scriverle non avrebbe senso nemmeno se fossi ancora innamorato. Figuriamoci ora che non lo sei.
Perché non lo sei”.
I: “..non lo sono…”
M: "quello che provi è frustrazione per quello che non hai. Le vuoi certamente bene, è vero che non l'hai dimenticata e la tua sofferenza é autentica.
Ma è vero anche che devi darti almeno la possibilità di uscirne. Questo ti è mancato. Voltarti indietro e decidere cosa è passato, guardarti intorno in cerca di un presente e
chiudere gli occhi immaginando un futuro. Dannatamente complicato per chi ha perso l'abitudine a farlo”.
I: “Sono pessimo eh…”
M: “A volte.
Ma anche per te c’è speranza.
Non devi rimproverarti nulla, se una persona dimentica. Non puoi metter via ricordi anche per gli altri.
Tieni con te e per te quello che è importante, cura e spolvera ogni giorno le tue passioni, anche passate, conserva tutto ciò che ritieni necessario.
Non ti resta che sperare che qualcuno faccia lo stesso con la sua parte.
Se non succede, avrai comunque conservato ricordi per entrambi e sarai pronto a condividerli quando l'altro li verrà a cercare”.
I: “Grazie amico”
M: “Ringraziami quanto darai a questo tuo esistere una parvenza di vita, avrà molto più senso”
***
"Il peggior peccato contro i nostri simili non è l’odio, ma l’indifferenza:
questa è l’essenza della disumanità".
(George Bernard Shaw)
Tag:compongo e scompongo, problemi di vita, thinking about